Il tempo cammina veloce, l’appuntamento con l’Equiraduno dell’Anno Santo 2025 si avvicina a grandi passi: e si sente arrivare anche in Piemonte.
Dove infatti stanno per mettersi in sella amazzoni e cavalieri che parteciperanno a questo grande evento, unendosi idealmente a tutti quelli che – anche soltanto per un tratto – cammineranno sulle antiche tracce della fede, verso Roma.
La Tratta Piemontese dell’Anno Santo partirà il 6 aprile dall‘ippodromo di Vinovo. E il giorno 9 a Portacomaro, nell’Astigiano, sarà una cugina del Santo Padre la cui famiglia è originaria proprio di quel paese a consegnare a un gruppo di cavalieri un dono che, attraverso tante mani, raggiungerà Roma.
Ed è bello che proprio la collaborazione tra tante persone diverse, il loro essere coinvolti in una staffetta che ha per traguardo l’arrivo nella capitale della Cristianità renda ancora più evidente l’importanza dell’unione, della collaborazione.
I cavalieri della Tratta Piemontese proseguiranno poi verso Mandrogne, Carezzano e Momperone e il 13 aprile arriveranno nell’Oltrepò Pavese, a Varzi, dove si incontreranno con quelli della Tratta Lombarda che sabato scorso erano sul sagrato del Duomo di Milano.
A Varzi il testimone passerà di mano ancora una volta e proseguirà il suo viaggio attraverso la Val Trebbia per raggiungere Bobbio.
Dove nel 614 un anziano e combattivo monaco irlandese, poi elevato alla gloria degli altari come San Colombano, ottenne dal re longobardo Agilulfo di fondare l’ultimo dei suoi monasteri.
Il Santo morì l’anno dopo, ma Bobbio divenne un importante avamposto di religione e cultura: i monaci del suo ordine coltivavano insieme anime e terreni e mantenevano stretti legami di corrispondenza e frequentazione sia coi re longobardi che con il Papa a Roma.
Una capacità di andare oltre i confini e le difficoltà tale da rendere onore al loro fondatore, che è stato il primo nei suoi scritti a parlare di «Totius Europae», quindi di una Europa intesa come unica entità.
Da Bobbio, attraversando valli e monti del Piacentino, si arriverà a Bardi, in provincia di Parma: nel cuore del territorio dove il cavallo Bardigiano regna incontrastato, su queste montagne dove tanto ha contribuito a rendere migliore la vita delle persone che le vivevano insieme a lui.
Di qui la Lunigiana e Borgo Val di Taro per arrivare il 19 aprile a Pontremoli, sulla Via Francigena.
Gli itinerari dal Piemonte sin qui descritti ripercorreranno idealmente la Via Francigena, ma seguiranno ovviamente deviazioni indispensabili a chi viaggia a cavallo per evitare al massimo tratti asfaltati e centri urbanizzati.
Varianti che condividono col tracciato storico direzione e meta, ma attraversano luoghi che sono rimasti più simili al mondo com’era in passato, e quindi anche alla nostra condizione più ‘umana’.
Sentieri che ancora oggi ci portano più vicini alla natura, dentro al Creato: che è la cattedrale più bella di tutte.
“Un progetto innovativo, nato dalla collaborazione tra la Rete di Imprese Final Furlong e l’Associazione Natura a Cavallo, che rende accessibile la Francigena anche all’equitazione di lunga distanza e promuove un modello di turismo lento e sostenibile, che rispetta l’ambiente e valorizza il paesaggio. Dopo la tappa di Pontremoli il viaggio proseguirà a Pisa, da dove il 23 aprile ripartirà in direzione sud, attraversando la Toscana e il Lazio, per poi fare il suo ingresso trionfale a Roma. L’arrivo è previsto in Piazza San Pietro, per un saluto collettivo al Papa e una benedizione dedicata ai pellegrini a cavallo, suggellando un’esperienza unica nel suo genere. L’Equiraduno dell’Anno Santo 2025 è molto più di una traversata: è un progetto che unisce comunità, riscopre sentieri dimenticati, racconta storie, e invita a camminare – o meglio, cavalcare – verso ciò che davvero conta. Un gesto semplice, ma potente, per riscoprire sé stessi lungo il cammino”, Final Furlong.
Qui una recente notizia dal Piemonte che ci era piaciuta molto.